Spettacoli in repertorio
Il grande spettacolo della fine del mondo
Spettacolo sul cambiamento climatico.
Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo rappresenta una interpretazione originale del conflitto tra chi passa su questa terra con pesantezza, violenza o noncuranza, e chi invece la celebra come una madre terra di cui tutti siamo figli e di cui tutti abbiamo la responsabilità di cura.
Lo spettacolo tratta il tema del cambiamento climatico in chiave tragicomica, ironica e grottesca, con una particolare cura della qualità teatrale e della rappresentazione delle tante sfumature del genere umano. Uno spettacolo teatrale interdisciplinare che include azioni teatrali, coreografiche, musicali e installative che si muove su un confine legato intimamente alla vita dei cittadini, senza mai perdere la sua dimensione poetica.
L’inquinamento e lo sfruttamento smisurato delle risorse naturali del nostro pianeta hanno dato vita a un annoso dibattito animato da fake news, indifferenza, suggestioni apocalittiche e protocolli non rispettati, generando negli ultimi anni un conflitto generazionale tra la classe dirigente e i più giovani. Il teatro, più di qualsiasi altro strumento, attraverso la sua forza evocativa e trasformativa, è capace di generare punti di vista nuovi e più vicini alle sensibilità e ai linguaggi giovanili.
Lo spettacolo
Ispirato dal mito greco della dea Cerere e al ratto di sua figlia Proserpina da parte del dio degli inferi Plutone, Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo raffigura una lotta tra vita e morte, tra catastrofe e sogno, tra inferi e amore incarnata dal conflitto tra due popoli: il Popolo della Primavera e il Popolo degli Inferi. Il loro scontro diventa una metafora spiazzante della crisi climatica che stiamo vivendo in prima persona.
Regia
Theatre en Vol / Hector Gustavo Riondet
Attori
Céline Brynart 🔗, Alessandro Doro, Michèle Kramers, Anna Melchiorri, Puccio Savioli
Scenografie
Puccio Savioli
Paesaggi sonori e musiche originali
Luca Vargiu
Interventi vocali
Daniela Pes
Testi
Sergio Garau e Hector Gustavo Riondet
Voce fuori campo
Michèle Kramers
Luci
Tony Grandi
Progetto grafico
Andrea Niccolai
Durata
50 minuti
Lo spazio
Lo spettacolo può essere svolto in spazi aperti o in spazi chiusi non convenzionali. Nel caso di spazio aperto sono ideali spazi recintati quali giardini pubblici o piazze circoscritte da edifici e esenti da traffico automobilistico (parchi archeologici, parchi urbani, cortili, piazze e slarghi).
Si richiede uno spazio scenico di 12 m x 10 m privo di palco fisso. Il pubblico verrà collocato o in posizione frontale o a semicerchio.
L’organizzatore si impegna a fornire alla compagnia delle foto esemplificative di spazi da lui individuati.
È possibile adattare lo spettacolo a spazi con caratteristiche diverse; in questo caso sarà necessario che un responsabile della compagnia esegua un sopralluogo con gli organizzatori per studiare le modifiche.
Per la produzione e la messa in scena dello spettacolo si usano solo materiali e impianti ecologici oltre a materiali di recupero.
Durata: 50 minuti
Lo spettacolo può essere rappresentato in versione sia diurna sia notturna, prediligendo quella notturna.
Recensioni & riconoscimenti
Dicono di noi
Nel 2024 lo spettacolo vince il primo premio ex-equo del Nisville Jazz Theatre Festival (Nis, Serbia) con la seguente valutazione della giuria internazionale:
“Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo”, in una forma insolitamente sontuosa e magica, dà una risposta affascinante sullo stato del nostro pianeta, che sembra destinato al collasso a causa dell’eccessivo materialismo e dell’avidità umana. È uno spettacolo che nasce dalla tradizione, dalla mitologia e dal folklore, ma che allo stesso tempo è capace di guardare in modo sorprendente al nostro tempo, un’epoca alla costante ricerca della popolarità istantanea. Gli interpreti ci hanno conquistato con la loro autenticità, i movimenti mozzafiato strettamente legati alla danza, il gioco aggraziato dell’esistenza e la risposta dell’arte che è fatta per vivere nella discarica della civiltà.”
“La lotta tra la vita e la morte, tra l’amore e la catastrofe trova ne Il grande spettacolo della fine del mondo del Theatre en vol di Sassari la sua declinazione ecologica e mitologica nello stesso tempo: come Plutone, dio degli inferi, rapisce Proserpina, figlia della dea Cerere, nello stesso modo ci sono coloro che si prendono cura della Madre Terra e coloro che la devastano e rapinano le sue risorse. Da una parte le donne generatrici di bellezza e di armonia, dall’altro i maschi violenti e predatori in uno spettacolo curatissimo nella scelta degli oggetti e delle musiche oltre che nell’impianto visivo e coreografico con esiti intensamente poetici.”
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